La sfida quotidiana di Babbel

Il logo di Babbel

Questo breve articolo riguarda la sfida quotidiana di Babbel. Per chi non lo conoscesse ancora, si tratta di uno strumento di supporto per l’apprendimento delle lingue straniere.

Mi abbonai a Babbel nel marzo del 2015, per un corso annuale di Turco. Questo corso consisteva nel proporre termini di uso comune e richiederli in varie forme: accoppiando un immagine descrittiva al termine in lingua la parola turca alla corrispettiva italiana, oppure ancora scrivere la parola in turco traducendola dall’italiano. In questo modo, l’utente è in qualche modo indotto ad assimilare i nuovi termini.

Per gran parte del periodo di abbonamento ho considerato babbel poco incisivo, in quanto ero convinto che i termini, presi al di fuori di contesti reali e sopratutto da frasi di esempio, difficilmente trovavano modo di rimanere ancorati al bagaglio mentale. Questa mia teoria però è stata in parte contraddetta quando mi sono reso conto, che molte delle parole affrontate nei giochi di memoria dell’applicazione erano in qualche modo state assimilate, specie le parole non troppo complesse, i sostantivi sopratutto. I termini più lunghi o esotici (magari composti), oppure i verbi hanno presentato qualche difficoltà in più.

Al momento, il mio abbonamento è scaduto ma appena mi si presenterà l’occasione vorrei rinnovare il corso. Rimane attiva l’utenza che ha a disposizione sul web, una piccola “sfida quotidiana”, che consiste nell’interrogazione giornaliera su sei termini incontrati durante le lezioni.

Per esempio, le domande della sfida quotidiana odierna erano le seguenti:

  1. “Maden suyu” vuol dire la bandiera? No, vuol dire acqua minerale.
  2. “Meyve suyu” vuol dire shock? No, vuol dire succo.
  3. “Bira” vuol dire seme? No, vuol dire birra.
  4. “Korku” vuol dire paura? Si, vuol dire paura.
  5. “Sıkılmak” vuol dire annoiarsi? Si, vuol dire annoiarsi.
  6. “Içecek” vuol dire la tenda? No, vuol dire bevanda.